Riprendiamo la marcia il 7 marzo. La strada di montagna valica verdi rilievi e vallate coltivate. I villaggi degli indigeni raccontano di ritmi ancestrali e ormai dimenticati.
Saliamo e scendiamo e dietro ad ogni curva si rivelano nuovi scenari. Giungiamo a san Cristobal de las Casas per una sosta notturna. L’indomani ripartiamo alla volta di Chiapa de Corzo, da dove, a bordo di una “lancia”,
ci addentriamo nelle anse del fiume Grijalva che per milioni di anni, scorrendo in una fenditura naturale della terra, ha contribuito con la sua erosione a creare il Canyon del Sumidero, dalle pareti rocciose alte quasi 1000 metri, all’interno dell’omonimo parco nazionale nella regione del Chiapas. Grossi esemplari di coccodrilli si “ricaricano” al sole nelle sponde più basse e melmose.
Prima del tramonto, raggiungiamo la Cascada el Chorradero, l’ultimo tratto di corsa del Rio Escopetazo che insinuandosi tra le rocce calcaree dei monti scavo’ nel corso dei millenni grotte sotterranee e profonde gallerie, sino ad emergere sottoforma di cascata , creando numerose piscine naturali d’acqua fredda e pura.
Nei giorni a seguire continuiamo la strada tra monti e passi. L’aria frizzante allontana la calura del sole messicano. Attraversiamo la zona del Mezcal, tipico distillato di agave, simile alla Tequila, ottenuto dalla sua macerazione ed aromatizzato, oltre che con bacche o radici, anche col verme bianco chiamato “gusano” dal sapore affumicato.
Lasciata la strada convenzionale, percorriamo un lungo sentiero sterrato attraversando paesini remoti baciati dal sole e accarezzati da brezze soavi. Giungiamo a Hierve el Agua, un sito naturale dove insolite cascate pietrificate si tuffano dalla cima dei monti creando uno spettacolo insolito. Interamente di carbonato di calcio, create dallo scorrimento nel tempo di acqua ad alto contenuto di minerali, danno origine a stalattiti
a cielo aperto addensate ed aggrappate ai fianchi dei rilievi che, come canne d’organo, adornano i fianchi dei monti. L’acqua stilla gelida e salata ed in cima, nel piano, bizzarre pozze calcaree a sfioro sul precipizio, invitano ad immergersi come fonti battesimali. Tutt’intorno, a perdita d’occhio, il panorama brullo e montagnoso del territorio di Oaxaca.