Dopo il Canyon Talampaya, da non perdere il vicino Parque Provincial Ischigualasto, una formazione geologica risalente al Triassico, definita non a caso “Valle della Luna”, verso il quale ci dirigiamo in serata, per visitarla l’indomani.
L’area protetta, viene dichiarata nel 2000 dall’Unesco Patrimonio dell’Umanita’
Viaggiamo su una pista di sabbia, in mezzo a conformazioni rocciose di terra ocra, con le sommita’ costellate da cavita’ dovute dall’erosione di acqua e vento, poggiate su basi piu’ strette di precaria roccia sedimentaria. Su alcune rocce si distinguono piccole felci fossili, a testimonianza del fatto che questa zona un tempo era terra fertile. Numerosi anche, i ritrovamenti di fossili di dinosauro.
L’area protetta, viene dichiarata nel 2000 dall’Unesco Patrimonio dell’Umanita’
Viaggiamo su una pista di sabbia, in mezzo a conformazioni rocciose di terra ocra, con le sommita’ costellate da cavita’ dovute dall’erosione di acqua e vento, poggiate su basi piu’ strette di precaria roccia sedimentaria. Su alcune rocce si distinguono piccole felci fossili, a testimonianza del fatto che questa zona un tempo era terra fertile. Numerosi anche, i ritrovamenti di fossili di dinosauro.
Ora, siamo circondati da un paesaggio statico e inospitale, dove solo cespugli spinosi e piccoli cactus riescono a sopravvivere, quando le temperature d’estate salgono oltre i 50ºC e d’inverno precipitano a 10º sotto lo zero. Proseguiamo il cammino, addentrandoci in un deserto roccioso sempre piu’ arido e aspro, dove sparisce la vista anche del piu’ secco degli arbusti e si osservano sedimenti dalle forme piu’ insolite, plasmati dal vento e dall’acqua che, sottoforma di pioggia o neve, cade di rado. Piu’ in basso, una vasta depressione sulla quale emergono rilievi rocciosi dai toni chiari e dalle forme morbide.
E ancora, proseguendo, pinnacoli di arenaria che sorreggono in capo dei grossi blocchi sedimentari, rocce dalle sagome bizzarre, concrezioni scure emerse dalla sabbia, curiosamente di forma sferica, totem di pietra che si ergono a fianco di alti cactus, colonne rocciose che si stagliano verso il cielo, cosi’ austere , ma al tempo stesso cosi’ fragili per la loro natura.
E’ lo scenario dell’incantevole “Valle della Luna” , un appellativo che calza perfettamente al paesaggio che ci circonda. Nell’uscire, gli ultimi raggi del sole infiammano le alti pareti di roccia sedimentaria che delimitano naturalmente il Parco. Ed e’ un tripudio di rosso!