Trascorriamo un’altra piacevole giornata in compagnia di Connor e il suo fido amico Mani nella tranquilla e calda Cafayate, a spasso per “bodegas” , a degustare gli ottimi vini che si producono in questa zona ricca di vigneti che, non a caso, e’ definita “ruta del vino”.
E dopo un pranzo frugale ed aver sfamato Mani con una fettina di filetto, e’ giunto il momento di salutare Connor. Chissa’ se lo incroceremo ancora su una strada in Bolivia, magari seguito a ruota da Mani?!
E dopo un pranzo frugale ed aver sfamato Mani con una fettina di filetto, e’ giunto il momento di salutare Connor. Chissa’ se lo incroceremo ancora su una strada in Bolivia, magari seguito a ruota da Mani?!
Procediamo verso nord, attraversando paesaggi montuosi e “quebradas” tra rocce color mattone che si innalzano ai lati della strada. Piu’ in basso, serpeggia il Rio Las Conchas. Incrociamo l’Obelisco, una roccia dalla forma a colonna, alta piu’ di 50 metri che in solitaria si staglia al lato della strada. Piu’ avanti, la sosta e’ d’obbligo a “el Anfiteatro”, un’arena naturale che l’azione erosiva dell’acqua ha plasmato nella roccia sedimentaria , dall’acustica perfetta. E ancora, procedendo per la Quebrada de las Conchas, si incontra la Garganta del Diablo, una profonda fenditura naturale nella roccia rossa.
Scendiamo di quota e il caldo aumenta, la strada corre lungo distese di steppa dorata, alternate a verdi manti di erba medica.
Salta e’ la nostra prossima meta. Li’ , alla stazione ferroviaria, dovremmo incontrare il mitico “Treno delle nuvole”, il treno che attraversa da Salta a S.Antonio de los Cobres piu’ di 200 km di vertiginose montagne della Cordillera Andina, superando in alcuni tratti, i 4000 mt s.l.m. Il nostro intento era quello di poterlo vedere sfrecciare sulle rotaie in alta quota, tra valichi e gallerie, ma la notizia che solo due settimane fa e’ deragliato a causa dell’alta velocita’ all’ingresso di un tunnel in curva, ci ha lasciati basiti.
L’unico modo, quindi, e’ vederlo fermo sui binari alla stazione di Salta. Ma, la fortuna non sembra essere dalla nostra: e’ nel deposito privato e non si puo’ avvicinarlo neanche per una foto. Non ci resta che visitare il museo e scoprirne la storia da un video. Ci giunge all’orecchio, però , che le locomotive sono al deposito della stazione ferroviaria della citta’ di General Guemes, a circa 30 km.
Ci precipitiamo, con la speranza di poter vedere dal vivo, le due locomotive che spingono il treno avanti e dietro nel tratto a zig-zag lungo la Quebrada del Toro.
Eccole, in lontananza, ferme al deposito, le possiamo ammirare soltanto attraverso la rete. Ma piu’ tardi, la nostra pazienza e perseveranza vengono premiate: una di essa si mette in moto e inizia ad avanzare lenta sui binari, ci sfila davanti e si lascia immortalare in uno scatto, come una primadonna!
Salta e’ la nostra prossima meta. Li’ , alla stazione ferroviaria, dovremmo incontrare il mitico “Treno delle nuvole”, il treno che attraversa da Salta a S.Antonio de los Cobres piu’ di 200 km di vertiginose montagne della Cordillera Andina, superando in alcuni tratti, i 4000 mt s.l.m. Il nostro intento era quello di poterlo vedere sfrecciare sulle rotaie in alta quota, tra valichi e gallerie, ma la notizia che solo due settimane fa e’ deragliato a causa dell’alta velocita’ all’ingresso di un tunnel in curva, ci ha lasciati basiti.
L’unico modo, quindi, e’ vederlo fermo sui binari alla stazione di Salta. Ma, la fortuna non sembra essere dalla nostra: e’ nel deposito privato e non si puo’ avvicinarlo neanche per una foto. Non ci resta che visitare il museo e scoprirne la storia da un video. Ci giunge all’orecchio, però , che le locomotive sono al deposito della stazione ferroviaria della citta’ di General Guemes, a circa 30 km.
Ci precipitiamo, con la speranza di poter vedere dal vivo, le due locomotive che spingono il treno avanti e dietro nel tratto a zig-zag lungo la Quebrada del Toro.
Eccole, in lontananza, ferme al deposito, le possiamo ammirare soltanto attraverso la rete. Ma piu’ tardi, la nostra pazienza e perseveranza vengono premiate: una di essa si mette in moto e inizia ad avanzare lenta sui binari, ci sfila davanti e si lascia immortalare in uno scatto, come una primadonna!
Primo di agosto: anche Narciso reclama un po’ di attenzioni e dopo i suoi primi 15000km dall’Italia, esige un cambio olio e filtri. E Andrea, prontamente, glielo concede, in una calda giornata d’inverno!!!