Lasciamo il caos chiassoso di La Paz e ci dirigiamo verso la selvaggia e verdissima Nor Yungas. Saliamo sino a 4650 mt sfiorando le nuvole che lentamente salgono svelando le cime e i pendii di rigogliose montagne. Alcune lagune occhieggiano piu’ in basso. Ed ecco il cartello che segnala l’ingresso alla mitica Carretera de la Muerte che noi, senza esitare, imbocchiamo , lasciando l’asfalto della nuova strada che consente oggi ai mezzi pesanti e veicoli in genere, di collegare la capitale con le altre citta’ vicine, senza piu’ percorrere l’angusto sentiero di terra e pietra a ridosso del monte da un lato e a strapiombo dall’altro. Oggi, infatti, e’ destinata soltanto alle discese di gruppi organizzati di bikers e a “pazzi” che come noi non vogliono privarsi dell’ebbrezza di percorrere questa tanto temuta, ma altrettanto, affascinante “strada” di soli tre metri di larghezza che si aggrappa ai fianchi di montagne fitte di vegetazione tropicale, restando in bilico sul vuoto per oltre una quarantina di chilometri.
Non mancano attimi di pura adrenalina quando il Narci deve superare tratti di carretera strettissima e precaria con lo strapiombo di lato. E ancora, quando una cascata naturale scendendo dall’alto, bagna l’intera careggiata trasformandola in fango scivoloso proprio li’ dove sul ciglio del precipizio si scorgono diverse croci di vittime della strada! Ma con molta prudenza e sangue freddo, dopo esserci riempiti gli occhi di tanta natura incontaminata raggiungiamo la fine della Carretera de la Muerte dopo numerose curve, discese e guadi, soddisfatti di aver superato anche questa sfida.
Ma anche il tratto di strada successiva prima di raggiungere Caranavi non e’ da meno: e’ a doppio senso e ci sono i lavori in corso. E’ stretta e polverosa e , quando incrociamo gli altri camion, il Narci, che per regola deve spostarsi sulla sinistra, lambisce il ciglio della strada sul vuoto ed ogni volta e’ un sospiro di sollievo ad ostacolo superato. Arriviamo a Caranavi con il buio per sostarci una notte, ignari che l’avremmo lasciata dopo una ventina di giorni, complice, ancora una volta, il caffe’ !!!
Un po’ di riposo in una tranquilla cittadina alle porte dell’Amazzonia e il Narci approfitta a rifarsi il look . Partecipiamo alla vita quotidiana di Caranavi e alla mega festa in onore della Virgen de Urkupina: una tre giorni tra fuochi d’artificio, musica, danze e cibi tradizionali, senza trascurare preghiera e riti sacri.
Ed il caldo umido di questo luogo sappiamo essere solo un’anticipazione del clima tropicale che ci attendera’ a breve, in Amazzonia.