Lunedì 12 ottobre, lasciamo il fresco della montagna per scendere verso la costa. Gli acquazzoni improvvisi sono all’ordine del giorno ma presto il sole asciuga il loro passaggio.
La quota diminuisce e l’afa non tarda a farsi sentire. Attraversiamo paesi colorati concediamo un passaggio ad un militare, facciamo carburante e per 100 lt paghiamo solo 5 Bolivar ! Imbarazzante se si considera che al cambio, 1 dollaro sono mediamente 700 bolivars!
Procediamo e la strada risale e poi ridiscende sino a stringersi tra il fitto della foresta. Finalmente , dopo una delle ultime curve, scorgiamo un esteso palmeto che ombreggia una vasta spiaggia dorata, bagnata dal mare spumeggiante . È Playa Medina
Procediamo e la strada risale e poi ridiscende sino a stringersi tra il fitto della foresta. Finalmente , dopo una delle ultime curve, scorgiamo un esteso palmeto che ombreggia una vasta spiaggia dorata, bagnata dal mare spumeggiante . È Playa Medina
, dove è nostra intenzione accamparci per la notte. Ma subito nel, parcheggio, un tale ci avvicina e ci dice che non è possibile farlo perché è zona protetta , insistiamo ma invano e ci indirizza, su nostra richiesta, alla posada a fianco, in riva al mare. Ma, amara sorpresa, anche lì non è gradito il nostro arrivo: un prezzo elevato della stanza come deterrente, poi ci accettano solo per due notti, dopo ricambia versione e ci conferma che la posada è al completo. Intendiamo parlare con il “dueno” che prima non c’e, poi c’e’ ma è stranamente occupato. E’ segno palese di un invito ad andarcene. E noi non ci soffermiamo oltre e ci dirigiamo all’altra spiaggia che, a soli 20 minuti di cammino, raggiungiamo: Playa Puy Puy,
dove si può pernottare liberamente sotto un palmeto o a discrezione in una “cabana”. Noi decidiamo di raggiungere una posada nel punto più estremo della spiaggia e stazionare in riva al mare, al suono conciliante della risacca.