Venerdì 13 novembre , nel pomeriggio, con gioia e sollievo entriamo a Cucuta, in Colombia.
Dopo una festicciola tra gli amici incontrati al confine in Venezuela, passiamo la notte tranquilli nel piazzale della dogana.
L’indomani, partiamo direzione Pamplona, un villaggio in stile coloniale abarbicato sui pendii della Cordigliera Andina.
Domenica 15 lasciamo le strette e ripide strade di Pamplona e ci dirigiamo verso Silos. La strada è buona e si snoda tra le montagne andine, rigogliose e variopinte. Sale e scende e poi risale a più di 3000 mt s.l.m. e poi scende tagliando vallate ammantate da verdi pascoli e terreni coltivati a ortaggi, legumi e dolcissime fragole.
Domenica 15 lasciamo le strette e ripide strade di Pamplona e ci dirigiamo verso Silos. La strada è buona e si snoda tra le montagne andine, rigogliose e variopinte. Sale e scende e poi risale a più di 3000 mt s.l.m. e poi scende tagliando vallate ammantate da verdi pascoli e terreni coltivati a ortaggi, legumi e dolcissime fragole.
Lasciamo la strada principale per imboccarne una secondaria che scendendo curva dopo curva ci condurrà al paesino di 1300 anime, con le case coloniali affacciate sulla piazzetta, nella quale i locali, avvolti nei tipici poncho di lana, si raccolgono dopo la Messa.
Anche noi, per qualche ora, ci mescoliamo ai paesani, passeggiando per il piccolo mercato e curiosando per le viuzze scoscese.
Ma non passiamo inosservati e di lì a poco ci suggeriscono di lasciare il villaggio e di abbandonare l’idea di un bagno ristoratore nelle acque termali del sito per la presenza della guerriglia.
Anche noi, per qualche ora, ci mescoliamo ai paesani, passeggiando per il piccolo mercato e curiosando per le viuzze scoscese.
Ma non passiamo inosservati e di lì a poco ci suggeriscono di lasciare il villaggio e di abbandonare l’idea di un bagno ristoratore nelle acque termali del sito per la presenza della guerriglia.
Risaliamo, pertanto, la via e riprendiamo il cammino sulla strada principale che scorre piacevole tra boschi lussureggianti e villaggi di campesinos.
Le nuvole corrono basse e scure e non tardano a scaricare con forza tutta la loro acqua, conciliando un dolce sonno.
Lunedì 16 novembre scendiamo più a valle, attraversiamo Bucaramanga, grossa cittadina della regione di Santander e risaliamo la ruta 66, tra pendii alberati che salendo cedono il passo a pareti rocciose, cosparse di cactus, “quebrade” , sino a dominare il Canon del Chicamocha, lungo più di 220 km e profondo più di 2000, solcato dall’omonimo fiume. Ci troviamo nel Parque Nacional del Chicamocha che di lì a poco ammireremo sospesi dalla teleferica che, a più di 1600 mt s.l.m., congiunge i 6,3 km di distanza tra i due versanti del canon.
Lunedì 16 novembre scendiamo più a valle, attraversiamo Bucaramanga, grossa cittadina della regione di Santander e risaliamo la ruta 66, tra pendii alberati che salendo cedono il passo a pareti rocciose, cosparse di cactus, “quebrade” , sino a dominare il Canon del Chicamocha, lungo più di 220 km e profondo più di 2000, solcato dall’omonimo fiume. Ci troviamo nel Parque Nacional del Chicamocha che di lì a poco ammireremo sospesi dalla teleferica che, a più di 1600 mt s.l.m., congiunge i 6,3 km di distanza tra i due versanti del canon.
Alti nel cielo, si librano, leggeri, coloratissimi parapendii.