Mercoledì 25 lasciamo la capitale mattinieri per evitare il traffico, ma non c’è un orario ottimale perché inevitabilmente ci ritroviamo imbottigliati anche alle sei di mattina. Dopo circa un paio d’ore, Bogotà e’ solo un ricordo e la strada si fa più calma e rilassata. Ricominciano i saliscendi della Cordigliera, morbidi e sinuosi. Il paesaggio e’ un susseguirsi di cordoni montuosi verdi di cui potremo goderne ancora la vista qui in Colombia, dove termina la Cordigliera Andina.
Le piantagioni di caffè rivestono i pendii più scoscesi e le bacche rosse dei frutti appesantiscono i rami delle piante pronte per la raccolta.
Le piantagioni di caffè rivestono i pendii più scoscesi e le bacche rosse dei frutti appesantiscono i rami delle piante pronte per la raccolta.
Si scende di quota e le colture di ortaggi e alberi da frutta padroneggiano incontrastate, sino a salire a più di 3000 mt s.l.m. e la vegetazione si dirada, scoprendo le nude rocce della montagna.
Sul passo a 3700 mt s.l.m. tra le raffiche di vento e la temperatura decisamente più rigida, trascorriamo la notte in un campetto di basket di un villaggio andino.
Nei giorni successivi, percorriamo chilometri di strade montane, attraversando villaggi di campesinos e qualche cittadina caotica piu a valle, più su, pascoli soleggiati dove mandrie bovine ruminano indisturbate.
Sui cigli della strada , i “lavaderos” arrampicati su camion cromati, lavano con l’acqua delle sorgenti naturali i bisonti della strada .
Sul passo a 3700 mt s.l.m. tra le raffiche di vento e la temperatura decisamente più rigida, trascorriamo la notte in un campetto di basket di un villaggio andino.
Nei giorni successivi, percorriamo chilometri di strade montane, attraversando villaggi di campesinos e qualche cittadina caotica piu a valle, più su, pascoli soleggiati dove mandrie bovine ruminano indisturbate.
Sui cigli della strada , i “lavaderos” arrampicati su camion cromati, lavano con l’acqua delle sorgenti naturali i bisonti della strada .
Arrivati a Montenegro, per una strada di campagna costeggiata da numerose “fincas” coloniali adornate di fiori, visitiamo il “Parque Nacional del cafe'” , parco tematico che illustra con eventi, musei e attrazioni, il mondo del caffè nel Paese.
Ripercorriamo la Cordigliera ed arriviamo a Salento, un coloratissimo paesino coloniale che sfoggia vivaci case di bambù, affacciate su viuzze movimentate da variopinte botteghe di souvenirs.
Proseguiamo la strada che ci accompagnerà a Santa Rosa de Cabal, un villaggio nascosto tra i monti che dopo uno sterrato tra
Ripercorriamo la Cordigliera ed arriviamo a Salento, un coloratissimo paesino coloniale che sfoggia vivaci case di bambù, affacciate su viuzze movimentate da variopinte botteghe di souvenirs.
Proseguiamo la strada che ci accompagnerà a Santa Rosa de Cabal, un villaggio nascosto tra i monti che dopo uno sterrato tra
eucalipti ci conduce ad una cascata naturale di acqua termale che alimenta una piscina all’aperto , per un rilassante bagno tra i boschi.
L’indomani riprendiamo la strada principale e saliamo verso Salamina. Il cammino si snoda tra i monti e la vista dall’alto è uno spettacolo. La via, dopo tanto asfalto, si restringe e diventa una pista sconnessa e tortuosa, che serpeggia tra pendii ripidi e strapiombi vertiginosi. Arriviamo inevitabilmente col buio e Salamina sembra attenderci festosa e sonante: sta celebrando la Vergine Maria , la settimana prima dell’Immacolata, con processione , banda musicale e fuochi d’artificio.
La mattina seguente, visitiamo il paese coloniale, dichiarato nel 1982 patrimonio dell’umanità per la sua architettura risalente al XIX secolo ben conservata, per la gastronomia tipica ancora presente e per la sua economia basata sulla coltivazione del caffè, la sua raccolta e distribuzione.
La mattina seguente, visitiamo il paese coloniale, dichiarato nel 1982 patrimonio dell’umanità per la sua architettura risalente al XIX secolo ben conservata, per la gastronomia tipica ancora presente e per la sua economia basata sulla coltivazione del caffè, la sua raccolta e distribuzione.
Non a caso, visitiamo una piantagione, proprietà di un italiano che con la collaborazione di campesinos locali, gestisce la coltura di 7 ettari di caffè, abbarbicato ai pendii scoscesi della Cordigliera. A fatica ci addentriamo tra le piante di caffè e sperimentiamo , seppur per brevi momenti, il duro e faticoso lavoro dei campesinos che con sudore coltivano manualmente senza ausilio di macchinari, questo meraviglioso frutto .
Mercoledì 2 dicembre, arriviamo a Medellin, seconda città per numero d’abitanti della Colombia dopo la capitale. Ci dovremmo soffermare qualche giorno in attesa di alcuni pezzi di ricambio per la Toyota di Jean Paul e Mado che per la seconda volta si sono rotti strada facendo.
Ammazziamo il tempo visitando il Giardino Botanico in centro città: numerosissime le specie floreali e le piante che ospita; al suo interno anche un laghetto che accoglie pigre tartarughe che si scaldano al sole , come grosse iguane che galleggiano sulle ninfee flottanti. Qualche esemplare di coccodrillo si mimetizza tra le foglie . Sono molteplici anche le specie aviarie e le farfalle coloratissime che popolano una zona a loro dedicata.
Domenica 6 lasciamo la città e salutiamo anche la zona montana per avvicinarci alla calda costa colombiana.