Venerdì 17 giugno in tarda mattinata ripartiamo dopo una sosta di qualche giorno a Langley, nella Columbia Britannica, in Canada e ci dirigiamo verso est per raggiungere Fort Macleod, alle porte con gli Stati Uniti, dove incontreremo i nostri amici brasiliani Eleni e Sergio.
La strada è lunga, ma rilassante per il tanto verde che ci circonda. Le foreste di conifere rivestono i versanti dei monti tra cui sgorgano torrenti in piena che ci accompagnano per il nostro perigrinare. Qualche giovane cervo sbuca tra i cespugli. Costeggiamo laghi dallo specchio d’acqua immobile e assopito e valli punteggiate da bovini al pascolo. Entriamo nell’Alberta e le terre si distendono e si allungano, si appianano e dilatano.
Il 20 giugno usciamo dal Canada e rientriamo negli USA quasi in sordina, per una frontiera di montagna anonima e poco frequentata. Varchiamo anche l’ingresso del Glacier National Park che subito ci si presenta ricco di scorci incantevoli.
Le acque blu e placide del lago rispecchiano le pareti rocciose delle montagne attorno le cui vette ancora mostrano i segni delle nevicate invernali. La strada stretta sale di quota e tra i boschi che via, via si diradano saltano cascate fluenti.
Tra i picchi, il candore accecante dei ghiacci perenni colpiti dal sole si staglia a contrasto con le nude rocce grigie che supportano da millenni il peso di tali masse. Salta repentina una pecora delle Montagne Rocciose dalle grandi corna ricurve ed agile sparisce giù per la rupe.
Spuntoni di roccia sporgono sulla carreggiata e ci costringono a marciare adagio e con cautela. Poi quando anche gli ultimi tornanti terminano, la strada scende morbida e segue le sponde basse di un ennnesimo lago calmo e disteso.