Non ci resta che armarci di pazienza ed attendere i pezzi di ricambio che dall’Europa ci arriveranno la prossima settimana. Ed intanto è già sabato 24 settembre e siamo parcheggiati nel piazzale dell’officina che ci rimetterà in strada il Narci, in un parco industriale lontano dalle zone residenziali e dal centro di Quebec City.
Decidiamo di esplorarne i dintorni e ci incamminiamo per le strade limitrofe, in prossimità dell’autostrada. Per nostra fortuna, ci accorgiamo di non essere poi così distanti dalla zona universitaria e da un quartiere ben fornito, che per i giorni a venire sarà la nostra destinazione dopo una salutare camminata di un’oretta tra andata e ritorno.
Decidiamo di esplorarne i dintorni e ci incamminiamo per le strade limitrofe, in prossimità dell’autostrada. Per nostra fortuna, ci accorgiamo di non essere poi così distanti dalla zona universitaria e da un quartiere ben fornito, che per i giorni a venire sarà la nostra destinazione dopo una salutare camminata di un’oretta tra andata e ritorno.
Giovedì 29 settembre è una giornata tiepida e soleggiata che ci permette di raggiungere la vecchia Quebec grazie ad una lunga, ma piacevolissima passeggiata, da un accesso diverso rispetto la volta precedente. Percorriamo lunghi viali alberati, contraddistinti dagli immancabili aceri che iniziano a mutare colore e ad accendersi nei toni più caldi, ritrovandoci per le vie del quartiere residenziale e commerciale di Montcalm, con le sue case in mattoni scuri ed abbaini che fanno capolino da tetti a spiovere smaltati. Cuore pulsante,
l’Avenue Cartier, un susseguirsi di cafe e bistrot che offrono alta cucina o menu tradizionali, boutique vintage e shop di oggettistica originale, una via frizzante ed elegante che richiama l’attenzione dei passanti anche per la sofisticata installazione artistica di giganti paralumi retroilluminati con decorazioni di prestigiosi artisti selezionati dal Museo delle Belle Arti di Quebec. Proseguendo, siamo nella cosiddetta”downtown” , il centro della città, esterno alle intatte mura di difesa che incorporano la “vecchia Quebec”.
I palazzi alti e moderni si alternano a vecchie palazzine retro dai tetti in rame anneriti per l’ossidazione, ad edifici di sapore vittoriano e a chiese in stile neogotico. Una di queste, sconsacrata e un po’ acciaccata dal tempo riprende anima come gran bazar di dischi in vinile, scaffali di libri usati, mobili vintage ed oggetti decorativi di ogni epoca e stile, tutto d’annata, vissuto e riciclato, il tutto gestito dal simpatico Michel che ci svela essere stato amico in gioventù di John Lennon e Yoco Ono.
Più tardi, ci aggiriamo per le suntuose sale del Parlamento, dove la simbologia dei decori rimanda all’origine e tradizione della regione alle quali è strettamente legata, come apostrofa il motto ufficiale “je me suviens”, io mi ricordo, indicato anche nelle targhe automobilistiche del Quebec.
Oltrepassiamo la porta St.Louis entrando nella città vecchia, con le tipiche case in pietra, i numerosi locali e ristoranti dove soffermarsi a degustare le tipicità quebecchesi e le viuzze lastricate dove perdersi anche a tarda sera tra le luci discrete della “ville”.
Oltrepassiamo la porta St.Louis entrando nella città vecchia, con le tipiche case in pietra, i numerosi locali e ristoranti dove soffermarsi a degustare le tipicità quebecchesi e le viuzze lastricate dove perdersi anche a tarda sera tra le luci discrete della “ville”.
Venerdì 30 settembre, nelle prime ore del pomeriggio, arrivati i pezzi di ricambio, inizia il “restyling” di Narciso che, solo prima di sera, si concluderà con successo.