Siamo ai primi di ottobre e percorriamo la lunga strada panoramica che saluterà la regione del Quebec e farà ingresso in quella del New Brunswick, costeggiando il fiume St.Laurent, prima, e attraversando la valle del fiume St .John, poi. E l’autunno annuncia il suo debutto nell’anno con un’esplosione di colori che solo questa stagione sa regalare e qui in Canada, più che mai.
Tutt’intorno, sino a perdita d’occhio, i clivi morbidi dei monti ridondano di aceri che hanno mutato la loro livrea verde brillante nei toni più caldi e rassicuranti dell’oro, dell’amaranto, del corallo e dello scarlatto che come lingue di fuoco, infiammano i boschi, altrimenti incupiti dai sempreverdi. Anche le betulle canadesi, sugli esili fusti sbiancati, si tingono di giallo acceso e, come in un coro armonioso, fan da contralto ai vividi aceri.
Sfuggiamo dalla lingua d’asfalto per godere di una pausa in riva ad un lago le cui acque calme riflettono i boschi limitrofi. Ed il vento sussurra alle foglie che di tanto in tanto raggiungono il sottobosco imbiondito.
Prima del tramonto, oltrepassiamo il più lungo ponte coperto al mondo, l’Hartland Covered Bridge, 390 metri, interamente in legno, dei primi’900 e ci addormentiamo sulle rive del fiume Saint John, al suo cospetto.
I giorni a venire, proseguiamo il cammino verso Halifax, città portuale della Nova Scotia, da cui Narciso salpera’ per far rientro in Europa. Ma prima, ancora qualche giorno per le strade rurali di placidi villaggi sulle coste atlantiche della regione canadese, dove la vistosa bassa marea emerge i fondali sabbiosi della Baia di Fundy, oltre l’omonimo parco nazionale.
Il richiamo alle lande scozzesi è forte, soprattutto nella penisola, più esposta alle forze dell’Oceano e ai venti sferzanti. I fari punteggiano le coste basse e frastagliate ed indicano la direzione nella notte alle imbarcazioni di pescatori che rientrano nelle baie, sulle cui sponde sorgono pittoreschi paesini come Lunenburg e Mahone Bay, un concentrato di cottage all’inglese e case in scaglie di legno, dai colori sgargianti quasi a voler stemperare le fredde e brumose invernate. I vecchi velieri ormeggiati nei porticcioli allungano gli alti alberi verso il cielo.
E Peggy’s Cove, un piccolo villaggio di pescatori raccolto ai piedi di uno spuntone roccioso sull’oceano, ci accoglie per le ultime notti, tra le nasse in cui si intrappolano copiose le aragoste e i vecchi casoni sull’acqua.
Sugli scogli, levigati dalla forza del mare e del vento, le onde si infrangono ai piedi del faro che, intermittente, rischiara la notte.