Venerdi 28 febbraio, lasciamo la capitale impiegando non poco per riprendere le strade scorrevoli e sgombre dal traffico intenso. Varchiamo fluide strade collinari, sino ad attraversare bucolici villaggi incastonati tra i monti. Il trasferimento sino ad Efeso dura un paio di giorni ed il 2 marzo siamo all’ingresso del sito archeologico, pronti per camminare al suo interno , tra le rovine di civiltà antiche che è espressione di tanta grandezza e potenza di chi ci ha preceduti.

In una calda giornata assolata, ammiriamo l’anfiteatro, le larghe vie lastricate, lambite da colonne in marmo, templi e palazzi , fontane e latrine pubbliche, terme e chiese, residenze in collina con raffinati mosaici , l’Agora commerciale e quella statale, l’odeon e la bellissima biblioteca di Celso, la cui facciata a due piani è adornata da colonne in stile Corinto e nicchie che al loro interno ospitano quattro statue, repliche delle originali conservate al Museo di Efeso a Vienna.

All’interno della libreria, la tomba di Celso. Usciti, ci dirigiamo verso Bodrum, località di mare molto rinomata dove andremo ad incontrare Huseyin e sua moglie, presentatici dagli amici brasiliani Eleny e Sergio. Arrivati a destinazione, Huseyin ci accompagna a visitare gli scorci più belli della città: una terrazza sul mare per un aperitivo, sulla collina con vista panoramica sul castello di Bodrum e sui vecchi mulini a vento,

poi scendiamo nel centro storico a cenare in un tipico locale turco e poi, usanza del luogo, ci addolciamo il palato con delle frittelline intrise di miele che vengono preparate e offerte gratuitamente in piazza ai passanti da un ambulante su commissione dei parenti del proprio defunto.

Il giorno successivo, ritorniamo ancora ad Efeso, sulle alture, perché leggendo la guida, ci siamo resi conto di non aver visitato la casa dove si è ritirata a vivere il resto dei suoi anni la Vergine Maria, dopo la morte di suo figlio. San Giovanni che si prese cura di lei dopo la morte di Gesù , scappo’ in Turchia, per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani e scelse Efeso che allora era una città molto importante. Costruì per lei un’ umile casa in pietra tra i boschi sui monti, dove Maria visse nascosta e protetta accanto ad una fonte d’acqua, che oggi si ritiene sia miracolosa.

Affascinati da questa incredibile storia, ci ritiriamo dal sito appagati di averlo visitato nonostante il tragitto ripetuto. Ci dirigiamo quindi verso Pamukkale, altro sito unico nel suo genere. Arriviamo mercoledì 5 marzo e le splendide terrazze naturali di travertino e stratificazioni calcaree candide dovute dallo sgorgare di acque termali ricche di carbonato di calcio, rivestono il versante del colle sulla cui sommità si estende Hierapolis, o meglio, le rovine di questa antica città greco romana, trasformatasi nei secoli per mano di tali civiltà e dei Bizantini successivamente, distrutta più volte da forti terremoti.

Peccato che la piscina di Cleopatra è chiusa per manutenzione e ciò comporta la chiusura anche delle acque termali che normalmente riempiono le pozze calcaree e quindi riusciamo ad immergerci solo in qualche piscina disponibile. Ma il luogo è comunque suggestivo e unico ed il “castello di cotone” , il significato di Pamukkale, ci incanta associato ai resti della città vicina , con la sua necropoli, i vari templi, il teatro ben conservato, bagni e latrine pubbliche, strade lastricate, piscine e palestre, tutto Patrimonio UNESCO.

La sera, ci appartiamo in uno spiazzo difronte al pendio immacolato di Pamukkale, illuminato da giochi cromatici di potenti luci.