Il 28 gennaio, dopo una sosta di un giorno a Mostar, ripartiamo alla volta di Medjugorje che troveremo deserta , nessun pullman di fedeli, nessun negozio di souvenir aperto, alloggi e ristoranti chiusi, solo noi a risalire il colle dell’apparizione, su pietre sconnesse e scivolose per la pioggia dalle ore precedenti, quasi ad enfatizzare la fatica e la sofferenza del cammino sino alla Vergine, simboleggiata da una statua di marmo di Carrara, a grandezza naturale, scolpita da un artista italiano, posta sul punto dove nel 1981 è apparsa a 6 adolescenti del paese. Un momento di raccoglimento, prima di scendere il colle , attenti alle insidie rocciose. Riprendiamo la marcia su Narciso, in mezzo alla valle desolata, per una strada retta che ci conduce ad un paesino più in basso, tra la ferrovia ed il fiume che ci scorre accanto, sino ad arrivare ad un altro piccolo borgo medievale anch’esso deserto, Pocitelj, ma accogliente, nonostante il tempo grigio e minaccioso. Risaliamo le vie ricoperte di ciottoli sino alle mura della fortezza, ma prima una rapida salita ad una delle torri del bastione. Nel borgo, convivono in sintonia la Torre dell’orologio ed il minareto della moschea, assieme ad edifici turchi, con i tetti a cupole , costruiti durante l’occupazione ottomana. In serata, ci avviciniamo alle cascate di Kravice, che visiteremo l’indomani, con il consenso del sole.

